Il gol annullato nel finale a Kalinic, in Roma-Cagliari, non ha solo scatenato molte polemiche. L’allenatore giallorosso, Paulo Fonseca, è stato squalificato per due giornate dal giudice sportivo per essersi scagliato contro l’arbitro Massa. La Roma ha già annunciato il ricorso: l’obiettivo è ridurre lo stop a un solo turno per avere il tecnico al proprio posto contro il Milan, il 27 ottobre.
L’episodio aveva scatenato la reazione scomposta del ds giallorosso Gianluca Petrachi e del presidente James Pallotta. “Dopo il gol l’arbitro parla con il giocatore del Cagliari e dice che non è fallo, Dopo cambia idea, allora ha consultato il Var o no?”, aveva detto Fonseca ammettendo però di meritare l’espulsione. Il tecnico è stato sanzionato “per essersi, dopo la notifica del provvedimento di espulsione, avvicinato all’Arbitro con fare minaccioso e aggressivo urlando diverse volte una frase irrispettosa”.
Solo 10mila euro di multa per l’Atalanta
Il giudice sportivo si è espresso anche sull’episodio dei cori razzisti rivolti da un gruppo di tifosi dell’Atalanta, multata di 10mila euro, all’indirizzo dell’esterno della Fiorentina, Dalbert, nel corso della partita disputata lo scorso 22 settembre a Parma.
In quell’occasione, su sollecito dello stesso giocatore, l’arbitro Orsato decise di fermare la partita per circa tre minuti. Il giorno dopo, il giudice sportivo aveva chiesto un supplemento di indagine a cura della Procura Federale, al fine di acquisire ogni elemento utile, anche mediante la testimonianza dello stesso calciatore, circa l’effettiva entità, dimensione e provenienza dei cori.
“E’ mancata la percezione reale”
Ebbene, proprio valutando anche la testimonianza di Dalbert, il giudice ha rivelato che i cori “di una parte della tifoseria, e non invero di singoli tifosi, seppur non di rilevanza tale da essere chiaramente percepiti da parte degli Organi federali e preposti all’ordine pubblico” erano “comunque tali da giustificare l’interruzione della gara”. La lieve sanzione è dovuta proprio “vista la dimensione e la mancata percezione reale da parte degli Organi federali e preposti all’ordine pubblico”.