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Roger Federer, gli italiani che sono riusciti a batterlo

Vittorie di Roger Federer

Roger Federer è l’uomo del paradosso. Riesce a vincere anche quando perde. Perché oggi si parla di una grande finale come quella di Wimbledon contro Djokovic, ribadendo alcune cose. Che il tifo era per la maggior parte in suo favore e che comunque anche se il torneo è stato vinto dal serbo la sua performance ha avuto grandi meriti con sé.

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La vittoria con il ‘ma’ e con il ‘se’ è quindi sempre una vittoria a metà. Così come la sconfitta dominata dal periodo ipotetico è una sconfitta non così bruciante. Del resto King Roger è uno che ha vinto e ha vinto tanto. Spesso è stato lui a infliggere colpi finali, nel senso di determinanti, all’avversario di turno. Altre volte, sono poche, no. E tra le sconfitte di Roger Federer ci sono quelle ottenute contro gli azzurri. Ecco quindi quando lo svizzero ha perso contro gli italiani, in quali occasioni e contro chi.

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Vittorie di Roger Federer, quando gli sconfitti sono stati gli azzurri

Come ricostruisce la Gazzetta dello Sport, lo scontro Berrettini-Federer di qualche giorno fa a Wimbledon, ha rappresentato la sesta sfida a Wimbledon tra Federer e un tennista italiano.

Prima del romano lo hanno fronteggiato Fabio Fognini, nello stesso torneo, e Paolo Lorenzi. Secondo il quotidiano lo svizzero ha incontrato gli azzurri 42 volte vincendo in 37 occasioni. Tra i tennisti che sono riusciti a sconfiggerlo ci sono Gianluca Pozzi nel 1999 a Neuchatel in Coppa Davis, Davide Sanguinetti il 3 febbraio 2002 in finale a Milano, Andrea Gaudenzi il 7 maggio 2002 al primo turno degli Internazionali d’Italia. Poi anche Filippo Volandri è riuscito nell’impresa il 10 maggio 2007 agli ottavi a Roma. Con lui anche Andreas Seppi che il 23 gennaio 2015 lo sconfigge al terzo turno degli Open d’Australia.

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Ma torniamo un attimo sullo stile della vittoria e sullo stile della sconfitta. C’è chi come Fognini perde la calma e chi come il King riesce a trovare l’ironia anche alla fine di un match sudato come a Wimbledon. Giocare cinque ore a 37 anni di fronte a una folla di appassionati non è un’impresa per tutti. Piangere o essere arrabbiato era qualcosa che gli poteva essere tranquillamente concesso. Invece lui ha scelto il sarcasmo per apparire come un po’ meno sconfitto. Chapeau.

 

 

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