Senza italiane in finale, l’edizione 2018-2019 della Champions League si è avviata verso la sua conclusione senza troppo clamore. Sicuramente meno di quello raccolto dalla sfida tra le squadre che ambivano a conquistare i quattro posti messi a disposizione dalla UEFA per quella dell’anno prossimo. Alla fine, come noto, l’hanno spuntata Juve, Napoli, Atalanta …e forse l’Inter di Antonio Conte, attesa dai preliminari. Come noto, l’impegno profuso per poter essere tra i ‘pochi eletti’ non ha solo motivazioni sportive, ma soprattutto economiche e di immagine. Che son quelle che interessano a importanti brand come Nike e Adidas. E non solo loro, visto chi si godrà la vetrina calcistica più importante.
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Adidas vs Nike
Da molto tempo sono loro le regine della Champions, e dello sport in generale. Certo, l’avere sotto contratto due icone come Lionel Messi e Cristiano Ronaldo aiuta molto, ma i due marchi hanno strategie più ampie, che riguardano proprio i top club che vedremo scontrarsi anche l’anno prossimo. I bavaresi tiferanno Bayern Monaco, Juventus, Manchester United e Real Madrid (con cui ha appena rinnovato con un contratto record da 120 milioni a stagione). Dall’altra parte, la società di Portland potrà invece opporre campioni come il Barcellona o l’Atletico Madrid, il Paris Saint Germain o il Manchester City.
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Ma è sul numero che la Nike supera l’Adidas: una precisa scelta programmatica che ha portato nella grande famiglia dello Swoosh anche la Roma e l’Inter, insieme a Chelsea e Tottenham. E che tutto sommato ha pagato, visto che nel corso degli ultimi anni, parlando di Champions League, le due si sono spartite piuttosto equamente le squadre vincitrici. Fino allo scontro tra gli Hotspur della Nike e i Reds della New Balance, l’Adidas conduceva per 7 a 6 (per le vittorie di Milan, Chelsea, Bayern Monaco e Real Madrid contro quelle di Inter, Manchester United e Barcellona). A conferma della volontà di puntare – a quasi parità di budget – su un numero minore di team, ma di livello superiore.
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Le altre pretendenti
Ma il pallone è rotondo, come si dice. E il sostanziale equilibrio delle due, negli effetti, lo conferma. Per non parlare del crescente peso delle ‘altre’, outsider o meno. La Puma punta da tempo a inserirsi nel duopolio, e per farlo ha messo sotto contratto Milan, Arsenal, Borussia Dortmund e Newcastle. Oltre a una serie di calciatori ‘chiave’, come l’Antoine Griezmann che sperava di sfruttare per soffiare i Colchoneros alla concorrenza. Con molti di questi accordi sottoscritti a lungo termine, sarà dura per tutti riuscire a cavalcare future sorprese… A meno che Everton, Schalke o West Ham non facciano vincere la scommessa alla Umbro.
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Le speranze delle italiane
Per quanto riguarda le italiane, l’azzardo sembra ancora maggiore. Tolta la Juventus – che ha da poco ritoccato l’accordo con l’Adidas portandolo a un minimo garantito di oltre 50 milioni a stagione, fino al 2027 – le altre qualificate partono in salita… Mai dire mai, ovviamente, soprattutto nel caso del Napoli, che fino al 2020 vestirà Kappa e che potrebbe investire molto su questa edizione della UCL (anche per trovare un nuovo sponsor o nuove cifre?). Più complicato il caso dell’Atalanta, che raggiunta una storica qualificazione porterà con sé nei gironi la spagnola Joma (subentrata proprio alla Nike nel 2017). Sempre che l’Inter di Milano riesca a superare i preliminari…
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Per la gioia della solita Nike, che dopo la pausa per l’assenza dalla competizione dovrebbe garantire una decina di milioni (fino al 2024) ai nerazzurri. E più, considerando le possibili vendite della nuova maglia presentata ai tifosi. Nella quale, con il recupero di un motivo a strisce diagonali, si fa riferimento al passato, come dichiarato dallo stesso Football Apparel Senior Design Director di Nike: “L’Inter ha una forte identità, quindi la sfida era proporre le iconiche strisce in modo moderno e rivoluzionario, pur nel rispetto della tradizione. Abbiamo ripreso le iconiche strisce diagonali usate nella maglia away del 1989 oltre che nel vecchio stemma del Club e ciò ci ha condotto a questo design molto classico interrotto dalle strisce diagonali sul petto”.
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