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Montella esonerato. La Fiorentina a Iachini fino a giugno, poi Emery o Spalletti

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La Fiorentina ha esonerato Vincenzo Montella. Al tecnico campano è stata fatale la pesante sconfitta subita in casa contro la Roma. Ma a spingere il nuovo presidente Rocco Commisso a cambiare guida tecnica i 17 punti in classifica dopo altrettante giornate e una squadra che sembra essersi smarrita.

Un traghettatore prima della rivoluzione

Dopo aver esonerato Montella, il direttore sportivo Daniele Pradè e il direttore generale Joe Barone offriranno con ogni probabilità sei mesi di contratto a Beppe Iachini. L’ex giocatore viola avrà il compito di traghettare la squadra verso la salvezza prima della rivoluzione estiva. L’idea è quella di portare in salvo “l’anno zero”, quello che la nuova proprietà sta sfruttando per conoscere e capire il calcio italiano. Saranno fatti investimenti importanti a prescindere dalla cessione, o meno, di Federico Chiesa. Uno sforzo che non potrà prescindere da un allenatore di livello. Il sogno è Luciano Spalletti, ancora legato all’Inter. L’alternativa è l’ex tecnico di Psg e Arsenal Unai Emery.

Cronaca di un ritorno amaro

Lo scorso aprile Stefano Pioli rompe il proprio rapporto con i Della Valle. Il patron Diego tenta il rilancio in una piazza che lo contesta in ogni occasione: richiama Montella dopo quattro anni. Con lui, dal 2012 al 2015, i viola sono arrivati quarti per tre anni di fila, anche se all’epoca quella posizione valeva l’Europa League e non la Champions. Il tecnico raccoglie una squadra demotivata e a rischio retrocessione. Esce subito dalla Coppa Italia per mano dell’Atalanta e in campionato racimola due punti in sette partite. Decisivo per la permanenza in A lo 0-0 in casa, nell’ultimo turno, contro il Genoa. Un risultato che salva entrambe le squadre al termine di una partita soporifera.

L’esonero, anche allora, non sarebbe stata un’ipotesi da scartare. Poi in due settimane il mondo viola viene stravolto dall’uragano Commisso, che acquista la società, riaccende l’entusiasmo dei tifosi, si impegna fin da subito per dare alla Fiorentina un nuovo stadio e un nuovo centro sportivo e conferma Montella, tessendone le lodi e facendolo firmare a casa sua, New York.

Un’identità da ritrovare

Nella prima parte della stagione la Fiorentina fatica a trovare un’identità nel modulo e negli uomini. In estate Pradè ha stravolto l’organico con 18 volti nuovi. La società chiede tempo e pazienza alla piazza, Firenze acconsente già grata di aver riassaporato l’entusiasmo di una proprietà che intende riportare i viola in alto e farli conoscere nel mondo. In diciassette partite arrivano però solo 4 vittorie, 5 pareggi e 8 sconfitte, troppo poco per dare ancora fiducia al progetto tecnico di Montella. Da qui la scelta di Commisso di cambiare guida tecnica, complice anche la sosta natalizia. Il presidente, famoso in città per il suo ‘fast, fast, fast’ non vuole più aspettare: la Fiorentina deve ripartire per salvarsi, poi chissà. Il campionato è lungo e la classifica ancora corta.