Diciamo pure che è difficile raccontare un mito. Un mito non si narra, non si descrive a parole e non tanto per pudore ma perché negli stadi e poi fuori è difficile restituire quell’immagine di sogno, potenza e speranza che ha rappresentato Johan Cruijff, noto anche come Cruyff. Ce lo siamo ricordato in tante occasioni, il campione olandese autore e sostenitore del calcio totale scomparso nel 2016 a causa di un tumore. L’ultima di recente. Quando Ronaldo in Champions League entra nello stadio dell’Ajax – la squadra di Johan – e segna un gol da fuoriclasse tra i fuoriclasse.
Ecco dunque che per qualche ora ci siamo lasciati andare ai ricordi del campione nato professionalmente nel club olandese negli anni ’70, fiorito con il Barcellona e poi tornato come allenatore all’Ajax. E allora oggi lo raccontiamo in 3 curiosità.
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Johan Cruijff: i soprannomi
Due i più noti perché assegnati da due cronisti italiani. Sandro Ciotti lo definisce ‘il profeta del gol’, espressione che darà il nome anche al documentario sulla sua vita diretto dallo stesso Ciotti nel 1976. Gianni Brera invece lo celebre per opposti, chiamandolo semplicemente ‘il Pelè bianco’.
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I primati
Uno dei sette giocatori ad aver vinto Coppa dei Campioni e Champions League sia come calciatore che come allenatore. In questo ruolo fa compagnia a Guardiola e Trapattoni, solo per citarne due.
Il ritiro della maglia in suo onore
In occasione del suo sessantesimo compleanno l’Ajax ha ritirato la maglia numero 14 per festeggiare la sua figura e il suo ruolo nella cultura di massa.
Il ruolo ambidestro
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Il giocatore viene ricordato per essere ambidestro e per avere una prestanza atletica vigorosa. E tale è l’impatto del suo gioco e della sua figura che l’Amsterdam Arena è stata di recente rinominata in suo onore.