Un pezzo alla volta, anche se non si capisce il motivo. Dopo lo stop della Serie A e il blocco di un Paese intero, ora le avversarie delle italiane in Europa hanno paura. “A seguito delle restrizioni di viaggio imposte ieri dalle autorità spagnole tra la Spagna e l’Italia, le partite Siviglia-Roma e Inter-Getafe di Europa League sono rinviate e non si svolgeranno come previsto domani, 12 marzo 2020. Ulteriori decisioni sulle due partite saranno comunicate a tempo debito”. Questo il comunicato apparso nel pomeriggio sul sito ufficiale della Uefa.
L’Atalanta, quindi, potrebbe essere stata l’ultima italiana a scendere in campo. Sì, perché l’avanzare del Coronavirus sta aumentando anche negli altri Paesi. Francia e Spagna stanno valutando se fermare i campionati come successo in Italia. In Premier League ci sono già stati dei rinvii, mentre in Germania c’è il primo caso di un calciatore professionista positivo. Ha senso continuare in questo clima?
Il pomeriggio assurdo di Inter e Roma
La prima a essere stata bloccata dalla legge è stata la Roma. La società, attraverso un tweet, nel primo pomeriggio ha comunicato che la squadra di Fonseca non sarebbe andata a Siviglia “a causa della mancata autorizzazione da parte delle autorità locali”.
Aggiornamento: la @UEFA ha comunicato che la nostra partita di @EuropaLeague contro il @SevillaFC non si giocherà domani.
Ulteriori decisioni verranno rese note successivamente.#ASRoma pic.twitter.com/e748SkSWHC
— AS Roma (@OfficialASRoma) March 11, 2020
Qualche ora prima il Getafe, avversario dell’Inter, aveva annunciato attraverso il suo presidente, Angel Torres, di aver chiesto all’Uefa un’alternativa per non giocare a Milano o una sospensione del match, valido per gli ottavi di finale di Europa League. “I miei giocatori non andranno a Milano, nemmeno per giocare a porte chiuse. Se dobbiamo perdere la partita a tavolino, lo faremo”.
Nell’attesa di conoscere la decisione dei vertici Uefa, i giocatori dell’Inter erano regolarmente sul campo di Appiano Gentile per la rifinitura. Tutto questo mentre la Roma, pur criticando la scelta di giocare (lo ha fatto il tecnico Paulo Fonseca), cercava fino all’ultimo di trovare un modo per raggiungere, ipotizzando anche un tour de force in pullman. Sorprende il lungo silenzio della Uefa che, per ufficializzare la sospensione delle due gare, ha fatto passare due ore e mezza dal comunicato di ‘resa’ della società giallorossa.
La Uefa a un bivio dopo le partite rinviate
“Ci sarebbe la possibilità di giocare le gare di Champions League e di Europa League in campo neutro”. Lo dice Evelina Christillin, membro del comitato esecutivo Uefa: “Non sono certo io a decidere, già adesso abbiamo un’amichevole con la Germania che sarà giocata a porte chiuse. In Inghilterra non ci hanno ancora detto cosa fare. Si sta ragionando di ora in ora, non è possibile dare decisioni definitive. Navighiamo a vista, chi è al comando fa quello che può”.
Ma la Uefa non deve solo sbrogliare le matasse relative alla Champions e all’Europa League. All’orizzonte, infatti, c’è Euro 2020, il primo torneo itinerante (che partirà proprio dall’Italia). Posticiparlo, o addirittura annullarlo, darebbe anche la possibilità ai massimi campionati di fermarsi e di recuperare le gare più in là. “L’argomento – precisa Christillin – non è stato ancora toccato. In questo momento il campionato Europeo è confermato, ma magari domani non lo sarà più. Da un punto di vista italiano ci piacerebbe andare avanti, anche se magari Roberto Mancini potrebbe non essere dello stesso avviso”.
Ma la Uefa deve sottostare ai governi? La risposta è sì. “Trattandosi di un organismo sportivo obbedisce agli ordini che arrivano dai governi nazionali. Ci sono atteggiamenti ancora molto difformi, quindi credo che l’Unione Europea debba dare una direttiva generale”.
Tavolo tra la Uefa e le Leghe nazionali
Nell’attesa, però, Uefa e leghe varie potrebbero fissare un tavolo di confronto. Ne è sicuro Stefano Campoccia, vicepresidente dell’Udinese, che parla di un appuntamento già nella giornata di domani: “Ci sarà una riunione per cercare un coordinamento. Giocare a porte chiuse è surreale, al di là dei risultati, è una situazione difficile. La soluzione migliore, almeno per l’Udinese, è proseguire il campionato una volta che il contagio sarà ridotto, a costo di sacrificare l’Europeo. Dobbiamo trovare la forza di avere una cabina di coordinamento italiana ed europea. Certo è che da un punto di vista del sistema siamo tutti preoccupati”.