Antonio Conte, anti-Juve. Per due motivi. Il primo: i bookmaker lo vedono come il principale antagonista degli otto-volte-consecutive campioni d’Italia. Il secondo: i tifosi bianconeri, “orfani” di quello che era stato anche il loro capitano da giocatore, non gli hanno ancora perdonato il passaggio ai rivali dell’Inter. Qualcuno ha lanciato anche una petizione online per far rimuovere la sua stella all’Allianz Stadium. Una distorta visione romantica, comprensibile, che trasforma i professionisti in mercenari.
“Io sono un professionista. Sono un tifoso della Juventus, ma se allenassi l’Inter diventerei il primo tifoso dell’Inter”. Antonio Conte, marzo 2013. Vigilia del derby d’Italia a San Siro, vinto 1-2 dai bianconeri grazie a Quagliarella e Matri. Tre punti decisivi nella corsa scudetto, tre punti che in quel momento fotografano la classifica e vedono scivolare impietosamente l’Inter a 21 punti dalla Juve. Sei anni dopo, il mondo è cambiato.
Antonio Conte guida l’Inter dallo scorso luglio, ha vinto sei partite su sei in campionato. Più incerto il cammino in Champions League (ed è subito déjà-vu a tinte bianconere), ma la percezione è che – almeno quest’anno – l’Europa sia più una vetrina che un obiettivo. Lo dimostra Romelu Lukaku, acquisto simbolo del nuovo corso: alle prese con un affaticamento si è chiamato fuori per la sfida col Barcellona, schedulando quella contro la Juventus (domenica sera, ore 20.45). Insomma, come a dire che il bersaglio grosso è il campionato. Lo è anche per Beppe Marotta e il “suo” allenatore. Un binomio vincente, nell’era post Calciopoli, che adesso spera di confermarsi anche a due passi dal Duomo.
Sempre vincente e con la miglior difesa
I tifosi neroazzurri adesso ci credono. Dopo sei vittorie di fila, derby compreso, c’è la speranza di aggiornare il ruolino e, soprattutto, di portarsi a +5 sui campioni d’Italia. La consapevolezza di potercela è data dai numeri. L’Inter ha segnato più della Juventus (13-11), subendo meno (2-5). Come a dire che la banda di Conte sia sì solida, ma anche efficace in zona gol. Anche più del gruppo di Maurizio Sarri: il bel gioco non si è ancora visto appieno, la squadra ha fatto fatica a superare avversari più deboli. La ensazione è che la battaglia tra i due allenatori possa protrarsi a lungo. Magari la partita di ritorno, quella in cui Conte siederà (probabilmente tra i fischi) sulla panchina avversaria nel suo vecchio Stadium, sarà decisiva per la lotta scudetto.
Conte contro la Juve: due sconfitte, due goleade
L’ex ct sfida la Juventus per la terza volta nella sua vita da allenatore. Il dato che balza all’occhio? Ha sempre perso, e male. Prima con l’Arezzo (stagione 2006-2007, 1-5), poi con l’Atalanta (2009-2010, 2-5).
Contro Sarri, invece, non ci sono precedenti. C’è però un passaggio di testimone: stagione 2006-2007, Arezzo. Conte venne esonerato alla nona giornata, Sarri alla 28esima con conseguente richiamo del tecnico salentino. Non gli riuscì l’impresa della salvezza nonostante la penalizzazione, e proprio quell’anno rilasciò le sue prime parole al veleno nei confronti della Juventus, “rea” di aver perso in casa contro lo Spezia. Vittoria che condannò l’Arezzo alla retrocessione.
Per quel che riguarda invece i precedenti recenti tra le due squadre, l’Inter non batte la Juventus al Meazza dal 18 settembre 2016: 2-1, con reti di Icardi e Perisic. Oltre ai due marcatori neroazzurri sono cambiati anche gli allenatori, dato che sulle panchine sedevano De Boer e Allegri.
Tifosi contro: il duello Conte-Sarri sui social
Un’esperienza vincente in comune al Chelsea, due idee di calcio diverse, ma simili nella ricerca dell’intensità. L’Inter di Conte è molto fisica, la Juventus di Sarri si basa sulla qualità del palleggio e ambisce alla velocità. Ci arriverà col tempo. La vigilia del big match è più lunga del solito e, nonostante la Champions League, è normale che nella testa di entrambi ci sia anche la partita di domenica sera.
Conte ha detto di aver visto qualche partite della Juventus, “una squadra forte, che viene da otto scudetti vinti in maniera importante. Orgogliosi di arrivare allo scontro diretti con 18 punti”. Sarri, invece, ha negato di aver guardato l’Inter: “Non l’ho ancora vista quest’anno, non ho idea di come sia. Leggo che sta facendo bene, ma non ho dubbi visto chi l’allena”. Secca la risposta di parecchi tifosi su Twitter: “Maurizio, non sai cosa ti perdi”.