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Euro 2020, Mancini ha già scelto la sua Italia. Poco spazio per le sorprese

Mancano otto mesi all’Europeo 2020 e il pass ufficiale da staccare contro Grecia o Liechtenstein, ma Roberto Mancini ha già le idee chiare. Ha ereditato un progetto tra “grandi difficoltà”, ma attraverso il gioco e i giovani è riuscito a convincere tutti, centrando di fatto la qualificazione “con largo anticipo, non era scontato”. Anche se il passaggio clou delle sue ultime dichiarazioni è questo.

Siamo contenti di qualificarci con largo anticipo, in quindici mesi abbiamo messo su una buona squadra. Il gruppo che andrà all’Europeo è pressappoco questo, possono ballare due o tre giocatori: se uscirà qualcuno all’improvviso ne terremo conto.

Insomma, Mancini sembra aver già deciso grossomodo chi farà parte della spedizione e chi no. Contro Grecia e Liechtenstein sono stati chiamati in 26. Fuori gli infortunati Chiellini, Emerson, Sensi, Pellegrini e Zappacosta, in corsa si aggregherà Tonali. In tutto, quindi, 32 calciatori. A Euro 2020 ne andranno 23: e, stando alle parole del ct, sarà importante portare giocatori capaci di interpretare ruoli diversi: “Ce ne sono 3 o 4, sarebbero un piccolo vantaggio”. Infine, attenzione agli outsider come Castrovilli e, perché no, Balotelli.

Da Italia-Arabia Saudita del 28 maggio 2018 a Italia-Grecia del 12 ottobre 2019: 502 giorni da ct per Mancini, in cui ha guidato la Nazionale per 15 volte dopo il disastro targato Ventura e l’interregno di Di Biagio. Mancini ha perso contro Francia e Portogallo, pareggiato contro Olanda, Polonia, Ucraina e ancora Portogallo. Vinto contro Arabia Saudita, Polonia e Stati Uniti. Ma, soprattutto, contro tutte le avversarie sin qui affrontate nelle qualificazioni all’Europeo: Finlandia (due volte), Liechtenstein, Grecia, Bosnia, Armenia. Nelle sei partite ufficiali, 18 gol fatti e appena 3 subiti. Con molti punti fermi.

 

LE 19 CERTEZZE

DONNARUMMA – Il portiere del Milan è uno dei più giovani, ma Mancini lo ha praticamente sempre convocato. E sull’erede di Buffon punta moltissimo.

SIRIGU – Viene da campionati strepitosi col Torino e ad Euro 2020 ci andrà sicuramente.

MERET – Ha scalzato Cragno, infortunatosi a inizio stagione. Giocare nel Napoli, che sogna lo scudetto e disputa la Champions, è un buon biglietto da visita per vincere il ballottaggio con il collega Gollini. Difficile spuntarla, invece, su Donnarumma e Sirigu.

BONUCCI – Capitano della Nazionale dopo l’infortunio di Chiellini. Ha esperienza, doti da leader e soprattutto da regista. Per un’Italia che vuole giocare è indispensabile.

ACERBI – Alla Lazio è cresciuto molto, prendendosi anche diverse responsabilità. La brutta parentesi rossonera è decisamente archiviata. Come Bonucci, ha piedi educati per un difensore. Ed è mancino.

ROMAGNOLI – Il futuro è suo. Ha tecnica e carattere, essere capitano in questo Milan non è semplice. Dalla sua ha anche una stagione passata al fianco di Bonucci. E l’intesa tra giocatori, in una Nazionale, non è facile da trovare.

IZZO – Non è un titolare, ma è nel taccuino di Mancini. Buono il rendimento nel Torino di Walter Mazzarri, ma giocare a tre lo penalizza in Nazionale. Più di Acerbi, che alle spalle ha gli anni incoraggianti al Sassuolo.

MANCINI – Omonimo del ct, rispetto a Izzo ha il vantaggio di giocare non solo nella difesa a quattro, ma anche di disputare l’Europa League.

FLORENZI – Mancini lo ha detto chiaramente: chi sa interpretare più ruoli avrà un posto nella rosa. A parte il portiere e il centravanti, Florenzi può giocare ovunque.

EMERSON – Dopo la Roma è andato al Chelsea, dove ha vinto e convinto. Mancini punta su di lui. Infortuni permettendo sarà il terzino sinistro titolare. Out per queste convocazioni, ma alle sue spalle Spinazzola e Biraghi non danno garanzie di continuità nei rispettivi club: difficile insediare l’oriundo.

JORGINHO – Il cervello di questa squadra. Buttato nella mischia da Ventura nel ritorno dello spareggio contro la Svezia, è stata una delle poche note liete. Mancini, con l’uscita di De Rossi, gli ha dato in mano il centrocampo. Indispensabile.

VERRATTI – L’ex Pescara è cresciuto moltissimo nel Paris Saint Germain, giocare con grandi campioni aiuta. Ha la necessaria esperienza internazionale: può ricoprire tutti i ruoli in mezzo al campo. All’occorrenza sa agire alle spalle delle punte.

SENSI – Ha sorpreso tutti in questa prima parte di campionato. Antonio Conte stravede per lui, questo gli garantirà continuità ed esperienza internazionale. Palleggiatore sopraffino, insidioso da calcio piazzato.

BARELLA – Ci sbilanciamo e diamo anche lui tra i protagonisti di Euro 2020. Ha meno esperienza internazionale degli altri, ma crescerà tantissimo in questo anno grazie a Conte. E in Champions League ha già lasciato il segno, segnando all’esordio. Predestinato.

CHIESA – Statistiche alla mano, è uno di quelli che in Serie A dribbla e tira di più. La mira è da affinare, ma generosità e gamba sono imprescindibili per questa Nazionale. Titolare nel tridente, può anche fare il quarto di centrocampo e, all’occorrenza, il quinto a tutta fascia nel caso si passi alla difesa a tre.

BERNARDESCHI – Nella Juventus non gioca molto, la sensazione è che faticherà a trovare spazio. Un prestito a gennaio cambierebbe le cose, ma non è detto che parta. Gode comunque della stima di Mancini, soprattutto per la sua duttilità: nel club ha già giocato mezzala, trequartista, esterno di centrocampo e d’attacco.

IMMOBILE – Attuale capocannoniere della Serie A, con la maglia della Lazio va in doppia cifra stagione dopo stagione. Trascinatore in biancoceleste, sicuramente meno in azzurro. Ma le alternative, nel ruolo di prima punta, latitano.

BELOTTI – Stesso discorso fatto per Immobile. Il granata sembra essere ripartito dopo un anno fatto di alti e bassi, sarà lui a contendere la “9” al collega di reparto fino all’Europeo.

INSIGNE – Il talento non si discute, Ancelotti può affinarne la disciplina tattica. Anche lui si perde un po’ in Nazionale, ma la ricerca del gioco da parte di Mancini può valorizzarlo anche in azzurro. Difficile pensare a un Europeo senza di lui, almeno tra i convocati.

 

QUELLI IN FORSE (CAUSA INFORTUNIO)

CHIELLINI – Ha 35 anni e tornerà a disposizione tra marzo e aprile. Non è scontato che riesca a essere al top per l’Europeo, nonostante indossi la fascia e sia a tutti gli effetti il leader nello spogliatoio.

ZAPPACOSTA – Mancini lo apprezza per la duttilità, dato che può ricoprire tutta la fascia destra. I tanti infortuni però lo hanno messo in secondo piano, Di Lorenzo è pronto ad approfittarne. Così come D’Ambrosio.

PICCINI – Piace al ct, ma la rottura della rotula rimediata a inizio stagione col Valencia lo terrà fuori almeno fino a gennaio. Non semplice recuperare.

LORENZO PELLEGRINI – Anche lui si fa male troppo spesso: fortissimo, ma di vetro. Si è imposto nelle nazionali giovanili, ora si è preso la Roma sulle spalle a suon di gol e assist in questo avvio di campionato. La speranza è quella di averlo integro tra qualche mese.

 

CHI SPERA

GOLLINI – Gasperini potrebbe fare meno turnover del solito tra i pali, la sensazione è che la sua convocazione dipenda da come staranno Donnarumma, Sirigu e Meret a fine stagione.

SPINAZZOLA – A sinistra potrebbe essere l’alternativa a Emerson. Il problema è che nella Roma lo è di Kolarov, quindi dovrà essere bravo a ritagliarsi spazio. Ma, soprattutto, a limitare le sue ricadute.

DI LORENZO – A destra si sono fatti male in molti, lui ha inanellato prestazioni notevoli anche con la maglia del Napoli dopo aver ben impressionato ad Empoli. Mancini gli sta dando una chance, potrebbe sfruttarla.

D’AMBROSIO – Ha regalato la Champions League all’Inter all’ultima curva nella passata stagione, spedendo in B l’Empoli di Di Lorenzo. La sensazione è che solo uno dei due potrà entrare nei 23 di Euro 2020. Entrambi possono giocare anche al centro della difesa.

DE SCIGLIO – Cambiano i ct, ma lui c’è sempre. Diligente, può far comodo per quelle partite in cui c’è da difendersi. L’esplosione di Di Lorenzo e il rendimento di D’Ambrosio, però, non sono buoni segni per lui.

BIRAGHI – L’Italia di Mancini è partita da lui e da Emerson sugli esterni, ma adesso l’ex Fiorentina non sta trovando molto spazio nell’Inter di Conte. Rischia grosso, perché scalzare Asamoah non è semplice.

CRISTANTE – In mezzo a centrocampisti dai piedi buoni, ma dal fisico modesto, il giocatore della Roma porterebbe in dote presenza e dinamismo. Sembra aver convinto Fonseca, la sensazione è che possa convincere anche Mancini.

EL SHAARAWY – Il Faraone è andato in Cina e, nonostante questo, è riuscito a strappare la convocazione. L’essere protagonista in un campionato poco competitivo, però, potrebbe costargli caro.

GRIFO – Mancini lo chiama spesso, difficile però che possa rientrare tra i convocati visti i tanti esterni presenti in lista. Il suo Friburgo sta volando in questo inizio di Bundesliga, ma lui non è tra i titolari.

TONALI – Il ct lo ha convocato già quando giocava in Serie B. Fa avanti e indietro con l’Under 21, potrebbe pagare la giovane età e vedere l’Europeo dal divano. Sarà il futuro di questa Nazionale, ma infortuni dell’ultim’ora potrebbero rimetterlo in gioco.

POLITANO – Titolare con Spalletti, rincalzo per Conte. Quando entra in corsa può spaccare la partita, ma rischia di vedere poco il campo con Sanchez e Lautaro in vantaggio per far coppia con Lukaku.

KEAN – Mancini lo ha chiamato dopo l’esplosione alla Juventus. Ora è all’Everton, ma i risultati non sono gli stessi. In Nazionale ha già segnato, ma il codice etico e il fatto di non aver realizzato nemmeno un gol in otto giornate di Premier lo hanno costretto a casa.

 

GLI OUTSIDER

LUCA PELLEGRINI – La Juventus lo ha lasciato in prestito a Cagliari per una stagione. Emerson non è proprio integro, nemmeno Spinazzola, Biraghi gioca poco. Sul lungo potrebbe spuntarla.

CASTROVILLI – A Firenze sono tutti pazzi di lui, Montella sembra essere riuscito a metterlo a suo agio. Mancini lo ha lasciato a casa, ma non ha escluso di provarlo più in là. Da monitorare.

BERARDI – Partito fortissimo con il Sassuolo, paga una concorrenza notevole. Potrebbe rientrare nei pensieri di Mancini solo con una grande stagione. Ma la continuità non è il suo forte.

VERDI – Ha scelto di ripartire da Torino per giocare di più. La partenza non è stata brillante, Mazzarri però ci crede. Per lui è un’ottima notizia.

ZAZA – Non è tra i titolari del Torino, ha però un buon feeling con il compagno di squadra Belotti. In caso di forfait dell’ultim’ora potrebbe avere qualche speranza.

LASAGNA – Sembra non essere più intoccabile nell’Udinese di Tudor. Tra gli attaccanti più veloci, paga un po’ il fatto di non avere esperienza internazionale. Difficile scalzare gli altri.

QUAGLIARELLA – La stagione della Sampdoria, sin qui, è stata fallimentare. Lui ha segnato solo un gol su rigore ed è il lontano parente del giocatore visto l’anno scorso, capace di convincere Mancini a convocarlo nonostante le 36 primavere.

BALOTELLI – Super Mario è l’uomo di Mancini. Convocato subito alla “prima” da ct contro l’Arabia Saudita, l’allenatore si aspetta grande maturità. Fare bene a Brescia, in un ambiente in grado di proteggerlo, è fondamentale per tornare a vestire l’azzurro. Immobile e Belotti, però, sono molto più avanti nelle gerarchie.