Il primo tweet è del 12 settembre e comincia con ‘mi dispiace’. A pronunciarlo è Novak Djokovic, l’attuale numero 1 al mondo messo fuori gioco agli US Open per colpa di un infortunio alla spalla. Il messaggio sui social spiega il perché del silenzio dopo il ritiro – ‘sono stato con la mia famiglia e sto lavorando duramente per la mia ripresa’ -. Poi va avanti con ottimismo. ‘Così posso essere pronto per l’Asia’.
Il 12 settembre, di nuovo, rincara la dose. ‘Vi terrò aggiornati sui miei progressi, grazie per gli auguri di pronta guarigione’. Il campione sta facendo di tutto per tornare nella forma che gli ha consentito, per esempio, di vincere Wimbledon contro Federer. Ma è anche vero che gli infortuni dei campioni, le cadute, i malanni fisici e riprese corporali sono la normalità per i tennisti, specialmente ad alti livelli. Non tutti però sono in grado di riprendere il ruolo dopo che qualcosa si spezza nel fisico e nell’animo. Tanto che il training mentale dei campioni diventa oggetto di studio e di interesse alla pari di quello fisico. Visto che spesso la battaglia è anche nella testa.
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Infortuni dei grandi campioni: vince chi si rialza
Djokovic è ora sotto i riflettori ma anche un big come Nadal e Murray, si sono infortunati spesso e malamente in passato. Così proprio una frattura o una rottura si qualificano come parte del percorso atletico alla pari di una partita vinta.
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Per Nadal il 2006 è l’anno del primo infortunio alla spalla. Nel 2008 un problema al piede lo fa ritirare dal torneo romano degli Internazionali. Nel 2012 il ritiro dalle Olimpiadi di Londra dopo la rottura parziale del tendine. Così scivola in basso di due posizioni ma la stagione successiva, il 2013, è trionfante. Doppietta US Open e Roland Garros e numero 1 al mondo. Per gli atleti, come abbiamo visto da questi dati, farsi male è comune. Meno comune è riuscire a tornare in vetta. Molto ovviamente dipende anche dal tipo di problema, ma ricordiamo Murray che aveva annunciato il ritiro a gennaio e invece pare che continuerà a giocare. Sarà al Masters di Shangai, per il quale ha ottenuto una wild card. A chi è andata peggio è Nicolas Almagro, che era stato anche numero 9 del mondo e che dal 2016 gioca poco o nulla a causa di tantissimi infortuni. Dalla primavera del 2019 si è ritirato.
Insomma quella degli infortuni è una storia paradigmatica per chi – come questi sportivi professionisti – odia le sconfitte, fisiche e mentali, più di ogni altra cosa. Perché non è finita fino a quando non è finita.