Gli US Open, uno dei quattro tornei più importanti al mondo, continua la sua corsa verso l’incoronazione di un campione e di una campionessa. Si chiude l’8 settembre con la finalissima. Ma la strada verso la vittoria è lastricata di imprevisti, sconfitte e corpi umani che a volte non reggono gli alti livelli a cui questo sport costringe. Cosa è successo nel tabellone durante il weekend? Scopriamolo insieme.
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US Open: gli highlights. Djokovic abbandona agli ottavi
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Un abbraccio pieno di amarezza tra Djokovic e Wawrinka firma uno dei ritiri più dolorosi della competizione. All’inizio del terzo set della partita degli ottavi di finale il giocatore serbo ha deciso di lasciare a causa di un infortunio alla spalla sinistra. Fino a quel momento lo svizzero dominava la partita. Aveva vinto i primi due set 6-4, 7-5, ed era in vantaggio nel terzo. Djokovic è il campione in carica del torneo americano, quindi il suo addio, dopo che ancora si hanno negli occhi gli scambi con Federer nella finale di Wimbledon, fa particolarmente male.
Gli italiani
Berrettini accede agli ottavi diventando il settimo azzurro di sempre a partecipare a questa fase della gara. Sconfigge l’australiano Alexi Popyrin in quattro sette. Prima di lui ci sono riusciti campioni come Panatta, Fognini e Paolo Lorenzi. Lunedì 2 settembre incontrerà il russo Alexander Rublev per disputare i quarti di finale. Del resto il romano, a soli 23 anni, fa battere il cuore di molti grazie alla sua grinta e alla sua voglia di vincere. Vedremo come andrà il prossimo match.
Il torneo femminile
Serena Williams è planata sui quarti sconfiggendo la Martic in un’impresa facile anche se parliamo dello scontro fra le top di gamma. Non è stata una partita particolarmente sofferta per la giocatrice americana, tranne per un momento in cui la sua caviglia ha avuto qualche problema e si è reso necessario l’intervento di un fisioterapista. Tutto superato alla fine e il match si è concluso con 6-3 6-4 per la Williams.
Altro da aggiungere? Per ora no. Perché una delle caratteristiche di Flushing Meadows, come avviene per altri tornei internazionali, è che la mattina e parte della giornata italiana corrispondono alla notte newyorchese. E quindi al riposo dei guerrieri prima della prossima partita.