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Nuovo stadio Chelsea, via da Stamford Bridge?

Nuovo stadio Chelsea: veduta di Stamford Bridge

Inutile girarci attorno. Lo stadio per un club è più di un tetto dove giocare, e rappresenta più di un concetto puramente strutturale, anzi, tutto il contrario. Spesso diventa un elemento caldo, un luogo dove identificarsi e vivere le emozioni del gioco. Così fa scalpore la notizia che il Chelsea potrebbe lasciare il suo ‘nido’, ossia lo Stamford Bridge.

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Lo stadio londinese di proprietà del magnate Roman Abramovich dal 2003, ospita oggi le partite casalinghe della squadra inglese. E, nel corso del tempo, si è letteralmente allargato per accogliere oggi circa 41mila spettatori. Tuttavia questo numero non è abbastanza per fare cassa, contenere il tifo e fare dell’edificio un polo capace di attrarre turisti, semplici curiosi e fan della squadra. Così da tempo si pensa a un allargamento. Ma non è facile portare a compimento questo processo, iniziato nel 2017 e messo in pausa da circa un anno.

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Nuovo stadio Chelsea: si fa o non si fa?

Perché il Bridge è collocato nel mezzo della città e si muove più o meno come farebbe un elefante in un negozio di cristalli. Dove si gira fa qualche danno. Come hanno raccontato i giornali sportivi lo scorso anno, ha fatto notizia la disputa tra la società e la famiglia Crosthwaite. I Crosthwaite risiedono accanto allo stadio e dato che nei lavori di ristrutturazione si sarebbero visti negare un po’ di luce dalla struttura mastodontica, hanno pensato bene di farsi ‘pagare’ profumatamente questa sottrazione. Dopo le minacce legali e la contesa, le due parti hanno chiuso un accordo con una cifra rimasta top secret.

Secondo il Daily Mail, che cita il sito di ingegneria civile “New Civil Engineer”, il prossimo passo sarebbe quello di costruirsi un nuovo stadio piuttosto che provare ad allargare di circa 50% la struttura esistente. Secondo il tabloid britannico i progettisti avrebbero calcolato che cambiando location il risparmio sarebbe di circa 500 milioni di sterline. Conti alla mano sembra che convenga, visti i problemi legati all’area e alla sua espansione e considerato che i costi di ammodernamento sono lievitati nel tempo fino alla cifra record di 1 bilione di sterline. E allora torna l’interrogativo: prima il cuore e la ‘casa’ o prima il portafoglio? Un equilibrio va trovato di sicuro.

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