Zaniolo il fenomeno. Zaniolo protetto da squadra e tifosi dopo la discutibile intervista delle Iene che ha fatto infuriare più di un dirigente e di un giallorosso poi risolta con una pace definitiva con il programma. Zaniolo paragonato a Totti, anche se lui resta umile e vola basso con i paragoni. Zaniolo che ha riacceso gli animi perché vederlo giocare, così giovane e così talentuoso, è un bel sogno in cui credere. Zaniolo però è anche un precoce campione cresciuto grazie ai no ricevuti e ai momenti di difficoltà poi superati.
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Anzi per dirla meglio, grazie a come ha reagito ai no. Questa è una storia che vale la pena di raccontare. Un destino che lo accomuna alle sorti di grandi campioni che hanno fatto la differenza rispetto a come hanno reagito a momenti personali e professionali difficili.
La vicenda è questa, come ha raccontato qualche giorno fa Zaniolo stesso sui canali ufficiali della società giallorossa.
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Zaniolo e il no della Fiorentina
Il giocatore approda alla Fiorentina a 15 anni e gioca qualche stagione nel settore giovanile viola. Nel 2016 viene ceduto alla Virtus Entella perché non considerato idoneo per la Primavera viola. “Ho iniziato al Genoa e poi sono andato alla Fiorentina, partendo con gli Esordienti. Sono arrivato fino agli Allievi e alla preparazione estiva con la Primavera. Poi mi hanno comunicato che non c’era posto per me…”. Anche con l’Entella i primi momenti non sono facili. «Ero in Primavera e non giocavo, dovevo ancora ambientarmi, ero arrivato a preparazione già finita. Mi ritrovai nel bar di mio padre a La Spezia, che piangevo. Gli dicevo “se non riesco a giocare qui, forse devo fare qualcos’altro nella vita”. E lui mi rispose: “Fai l’ultima settimana, a mille, fatta bene, senza pensare”. L’ho fatta e da lì non sono più uscito”.
Poi il riscatto con l’’Inter con cui gioca nella Primavera e poi a luglio 2018 arriva il passaggio alla Roma dove si fa notare già a dicembre e dove gioca come titolare contro il Sassuolo segnando il suo primo gol da titolare.
Chi conosce il suo percorso da vicino può immaginare quando gli abbia fatto male quel no detto in un momento di crescita e per giunta nella squadra che più rappresenta la regione dov’è nato (la Toscana), anche se è cresciuto a La Spezia. Eppure siamo qui a celebrarlo come simbolo anche di riscatto in una stagione, che con tutte le dovute scaramanzie, deve ancora affrontare molti passaggi.