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Protocollo per la Serie A: ripresa a giugno negli stadi del Centro-Sud. Finali coppe europee a fine agosto

serie a centro sud

Il segnale è arrivato. Venerdì il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, ha evidenziato come al Centro-Sud il Coronavirus sia stato contenuto. Anche per questo motivo Walter Ricciardi, membro dell’Oms e consigliere del ministro della Salute, Roberto Speranza, ha parlato di un protocollo di garanzia per il ritorno agli allenamenti. E magari al calcio giocato, ma escludendo di disputare partite al Nord.

Serie A lontana dal Nord

Ricciardi ha collaborato con la commissione medica della Figc per valutare la messa in sicurezza degli atleti durante il loro lavoro sul campo. “Il protocollo – sottolinea– contiene diverse ipotesi: è sicuramente finalizzato alla fine del campionato a cui tutti tengono molto”. Certo, il calcio è uno sport di contatto e quindi serve la massima attenzione, “ma le proposte sono credibili e sostenibili”.

Quella che adesso balla più delle altre sui tavoli dei vertici di Federazione e Lega è la differenziazione delle aree per livello di rischio. Perché, spiega Ricciardi, “non ha senso vietare attività dove ci sono zero casi come la Basilicata. La Campania ha reagito molto bene, tempestivamente, la popolazione ha compreso la situazione. Preoccupa un po’ di più la Puglia. Ripresa? Maggio è ancora un mese a rischio, specialmente in alcune regioni, sarà ancora un mese interlocutorio. Ciò che suggeriremo è di avere provvedimenti diversi a seconda delle aree geografiche”.

Quindi si può ripartire con gli allenamenti dal 4 maggio? Forse. “Il gruppo di lavoro – prosegue – ha proposto una serie di soluzioni. Chiaramente dobbiamo valutare lo scenario in due settimane, perché è il tempo che richiede l’incubazione del virus: non vale la pena guardare l’andamento giornaliero. Ad inizio maggio potremo dare dei suggerimenti guardando la situazione”.

Fischio d’inizio tra un mese

Insomma, ad oggi non sembra più improbabile un ritorno in campo a fine maggio, al massimo a inizio giugno. “Chi vuole lo stop definitivo, non vuole il bene del calcio e degli italiani” dice il presidente della Figc, Gabriele Gravina, che condivide “la speranza del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, di poter ripartire il 4 maggio, con tutte le dovute cautele e garanzie. Abbiamo elaborato un protocollo sanitario rigido e attento, ma flessibile. Serviranno tre settimane di sicurezza, quindi a fine maggio inizio giugno si può iniziare”.

“Non vediamo l’ora di ricominciare” sottolinea Sergej Milinkovic-Savic. Anche a costo di giocare non in sede ma nelle Regioni meno afflitte dal contagio Coronavirus, come ipotizzato da Ricciardi. “Mi auguro che ognuno possa giocare nel proprio stadio: se non sarà possibile troveremo soluzioni alternative”, la conclusione di Gravina. Un altro segnale di una ripresa possibile? Il Milan ha richiamato in Italia i giocatori della rosa che si trovano attualmente all’estero: entro la metà della prossima settimana – tra mercoledì e giovedì – tutti i tesserati dovranno essere tornati alla base, in previsione della possibile ripresa degli allenamenti di inizio maggio.

Intanto la Uefa si è data appuntamento per fissare le date delle coppe europee: al momento l’ipotesi è di disputare la finale di Europa League il 26 agosto, quella di Champions League il 29.

Lega Pro verso lo stop definitivo

Bisogna poi leggere tra le righe le seguenti dichiarazioni di Ricciardi: “Non tutti possono permettersi test e alloggi per gli atleti, si tratta di un impegno economico pesante, ma c’è un minimo che viene richiesto: garantire la sicurezza”. Cosa può significare? Che la Serie A partirà, la Serie B forse, poco probabile che la Lega Pro possa farlo. Deduzione che trova una sponda nelle parole di Enrico Castellacci, medico dell’Italia campione del mondo nel 2006 e oggi presidente dei medici del calcio: “In Serie C a stento si trovano medici di panchina, ma magari molti di loro oggi sono in prima linea contro il Covid-19”.

Sulla Serie B, il presidente del Benevento Vigorito spiega che le società sono pronte “a seguire il protocollo, ma la spesa è ingente: serve un aiuto da parte della Figc. Si possono utilizzare questi protocolli per tutti i professionisti, ma solo alla Serie A. In Serie B e Serie C ci sono società non attrezzate, vorrei sapere quali sono quelle che hanno spogliatoi differenziati, staff medici che possano fare da sanificazione a tamponi”.