x

x

Vai al contenuto

Coco Gauff è la nuova stella del tennis femminile. Finalmente Serena Williams ha un’erede

chi è coco gauff

È raro che durante gli Australian Open si parli anche degli sconfitti. Di solito la cronaca appartiene ai vincitori. Ma Cori ‘Coco’ Gauff è un’eccezione. Americana, 15 anni, eliminata a Melbourne agli ottavi da Sofia Kenin, nel giro di poco più di un anno ha attirato l’attenzione del mondo sportivo. Ormai non è più un caso isolato, il suo talento è stabile. E gli appassionati sanno bene chi è Coco Gauff.

Chi è Coco Gauff

Nel luglio del 2019 gioca per la prima volta a Wimbledon tra i big e batte al primo turno Venus Williams, suo idolo.  Era dai tempi di Anna Kournikova che non si vedeva una tennista così precoce sull’erba del torneo inglese. Poi gli US Open, dove arriva fino al terzo step e gli Australian Open 2020. Oggi è numero 67 del ranking.

Quando compete i talent scout sentono odore di possibile erede di Serena Williams, anche se la giocatrice non ha ancora passato lo scettro. Resta in ogni modo aperta la caccia a chi potrà coglierne il peso nel tennis  e possibilmente in maniera stabile. Cori è una probabile candidata. Ha i nervi saldi per affrontare i suoi miti. Possibili ombre all’orizzonte? Il rischio di burnout dato da un successo troppo rapido sul quale al momento hanno il compito di vigilare famiglia, WTA e USTA. Gli sponsor invece la amano e ottengono già un pezzetto della sua fama. All’attivo ha infatti un contratto per Team 8, prestigiosa agenzia fondata da Roger Federer, una sponsorizzazione con Barilla e una con New Balance.

Gli inizi: subito tanta pressione

Nata in Florida, a Delray Beach, contea sulla spiaggia, cresce ad Atlanta, poi torna a Delray quando il tennis diventa la sua strada. Prima c’è il basket, poi a sei anni passa alla racchetta. I primi tifosi sono in famiglia. I genitori Gauff sono due ex sportivi a livello universitario che compiono la scelta di lasciare il lavoro per seguirla nel percorso verso il professionismo. Non sono anni facili. La madre Candi si occupa a tempo pieno della sua educazione scolastica, preoccupandosi che a casa o nei tornei faccia i compiti, il padre Corey la allena e i due fratelli maschi tengono il passo.

A dieci anni Patrick Mouratoglou, coach di Serena Williams, la allena alla Mouratoglou Academy. A undici anni la giocatrice entra nel programma Champs’eed dell’Accademia, quello  riservato ai talenti con poche possibilità economiche. Nel 2019 il debutto al Miami Open grazie a una wild card. È il salto che ci vuole dal circuito juniores e Coco ricambia l’opportunità arrivando al secondo turno. Siamo poco prima del successo di Wimbledon ed è dai tempi di Anna Kournikova che una giovanissima non vince almeno un match.

Gauff vs Osaka, rispetto e fair play

Tra i momenti memorabili, il terzo turno degli US Open nel 2019. Cori perde con Naomi Osaka incassando un secondo set a zero. Dopo la fine, Gauff è in difficoltà per la sconfitta e la giapponese le si avvicina consolandola. Poi la invita a prendere parte alla sua intervista (di solito riservata ai vincitori) in un momento pieno di grazia. Del resto nessuno più di Naomi sa cosa voglia dire essere l’ultima arrivata del circuito e vincere anche quando il pubblico tifa l’avversario a tutta forza. Nel 2018 le sue lacrime dopo aver battuto in finale Serena Williams agli US Open sono rimaste nella storia. Eppure il tennis insegna che c’è sempre una seconda, una terza e una quarta possibilità. A Melbourne quest’anno Coco non perde infatti l’occasione di battere finalmente Osaka.

Se l’età è un problema

Indian Wells e Miami Open. California e Florida. Unico problema, l’età. Le regole WTA prevedono che le tenniste fino ai 17 anni possano accedere a un numero ristretto di tornei maggiori: 10 l’anno che possono aumentare di poco in base ai risultati ottenuti negli Slam. Stesso discorso per le wild card: sono limitate.

Le regole furono introdotte nel 1995 con l’obiettivo di limitare lo stress e di tutelare le giocatrici minorenni. E se tutti sembrano scordarselo, in fondo Cori è pur sempre una teenager. Una di quelle che si dipinge le unghie lunghissime, fa le verifiche di scienze a distanza rallegrandosi per un buon voto e che di fronte alla morte di Kobe Bryant scarabocchia con il pennarello sulle scarpe il numero 24 e lo slogan ‘mamba mentality’. E allora perché preoccuparsi troppo per ora. Ci si può comunque permettere di chiudere Melbourne con un sorriso ai giornalisti e un’affermazione: “Sono felice”.