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Atalanta agli ottavi di Champions. Gasperini e la forza di crederci fino all’ultimo

atalanta agli ottavi

Da squadra “materasso” del girone a splendida protagonista della Champions League. Forse era destino per l’Atalanta passare il turno attraverso difficoltà e giudizi affrettati. Come la dea che ha sullo stemma, che secondo la mitologia venne abbandonata sul monte Pelio dal padre desideroso di un figlio maschio. Atalanta però non si perse d’animo: crebbe prima con un’orsa e poi con un gruppo di cacciatori e si rese protagonista di imprese memorabili, come l’uccisione dei centauri Ileo e Reco. Creature maestose, un po’ come le avversarie europee che la formazione bergamasca ha dovuto affrontare. Per uno straordinario exploit che fino a qualche settimana fa sembrava impensabile.

Inizio shock

L’Atalanta si presenta a settembre a secco di esperienza in Champions. Il terzo posto conquistato in Serie A e le due recenti partecipazioni all’Europa League sono risultati importanti, ma non paragonabili al curriculum europeo delle avversarie del girone: Manchester City, Shakhtar Donetsk e Dinamo Zagabria. La formazione croata è la prima ad affrontare i nerazzurri che, fin da questa gara, capiscono di trovarsi in universo calcistico completamente diverso da quelli conosciuti in precedenza.

Nel primo tempo del match, la Dinamo tramortisce la compagine bergamasca: più aggressività, più qualità e soprattutto 3 gol nei primi 42 minuti. Nella ripresa arriva l’ultimo schiaffo, che mette la parola fine ad un esordio da incubo. “Troppo facile parlare di emozione: abbiamo preso una dura lezione da una squadra che è stata più brava”, dichiara Gian Pero Gasperini a fine partita. Parole di uno studente intelligente, che vuole reggere il ritmo della classe a cui è arrivato con pieno merito.

Zero punti dopo tre partite

Lo schiaffo di Zagabria è servito? La risposta è attesa nella seconda partita del girone. Davanti alla splendida cornice di San Siro, l’Atalanta è chiamata a conquistare un risultato positivo contro lo Shakhtar Donetsk. L’inizio è ottimo per atteggiamento ma non a livello di episodi: al 14’ Ilicic viene steso in area, s’incarica di calciare il rigore e perde il confronto con il portiere avversario Pyatov. Il vantaggio arriva comunque nel primo tempo grazie a Duvan Zapata, ma gli ucraini pareggiano con Moraes e segnano il gol della vittoria con Solomon poco prima del fischio finale.

Una beffa atroce, in un’avventura che appare già compromessa. Soprattutto pensando alla terza partita contro il Manchester City: una delle più serie candidate alla vittoria finale. Della trasferta inglese l’Atalanta può ricordare con piacere solo l’illusorio vantaggio, firmato al 28’ da Malinovskyi su rigore. Poi il City ha cominciato a dipingere calcio, sommergendo i nerazzurri sotto un diluivo di 5 gol. La classifica è impietosa: con zero punti dopo le prime tre partite l’eliminazione sembra cosa fatta, ma l’Atalanta ha ormai abituato tifosi e addetti ai lavori a qualsiasi tipo d’impresa.

Pari col City: primo passo verso il paradiso

“È un’occasione per capire a che punto siamo. L’importante è fare risultato, con un punto siamo ancora dentro”. Gasperini sprona i suoi a crederci prima della sfida casalinga contro il City, lasciando perdere l’ultimo posto in classifica e le critiche di chi considera l’Atalanta in Champions un “danno” per il calcio italiano. Le speranze atalantine si scontrano però con la straordinaria qualità dei Citizens, già in vantaggio dopo sei minuti con Sterling al termine di una stupenda azione. Poco prima dell’intervallo l’episodio che può sostanzialmente chiudere la gara: gli inglesi beneficiano di un rigore, che Gabriel Jesus spedisce malamente fuori.

Questo frame fa da spartiacque all’avventura europea dell’Atalanta che, scampato il pericolo, si presenta ad inizio ripresa con rinnovata fiducia. Dopo tre minuti arriva il pareggio di Pasalic, con un bel colpo di testa su traversone dalla sinistra di Gomez. Spinta dai 30mila cuori atalantini la squadra di Gasperini va addirittura vicina al colpaccio, che comunque in parte riesce avendo strappato un pari alla corazzata di Guardiola. Il risultato è arrivato: nelle ultime due partite servono concentrazione, determinazione e un pizzico di follia per centrare un’impresa che avrebbe dell’inverosimile.

La vendetta e l’estasi in Ucraina

Per sperare nella qualificazione, l’Atalanta non ha alternative: conquistare sei punti nelle ultime due partite e sperare in risultati positivi nell’altro campo. Il primo avversario è la Dinamo Zagabria, affrontata con ben altra consapevolezza rispetto all’andata. Eccezion fatta per una traversa di Orsic nel primo tempo, il match è un monologo atalantino. Prima Muriel su rigore e poi Gomez con una magia rendono il sogno qualificazione più concreto. Il pari tra Manchester City e Shakhtar Donetsk completa una serata perfetta per l’Atalanta.

Per l’impresa titanica della qualificazione manca l’ultimo sforzo in Ucraina, sperando che la Dinamo Zagabria non faccia il colpaccio contro Guardiola. Gasperini e i suoi ragazzi non mancano all’appuntamento con la storia, giocando un primo tempo attento e determinato per poi scatenarsi nella ripresa. Castagne, Pasalic e Gosens sono i tre marcatori di un successo che entra di diritto nella storia dell’Atalanta e del calcio italiano. Contro tutto e tutti: tra colossi europei e tifosi avversari pronti ad esultare in caso di eliminazione, tra cui forse c’era anche il padre della dea Atalanta.