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Cinture e gradi: confronto tra Judo, Karate, Taekwondo e Brazilian Jiu-Jitsu

Judo - Abramov contro Balyevskyy

Nel mondo delle arti marziali, la cintura non è un accessorio dal forte valore simbolico. Ogni disciplina – dal Judo al Karate, dal Taekwondo al Brazilian Jiu-Jitsu – ha sviluppato nel tempo un proprio sistema di gradi, spesso simile nella struttura a colori, ma profondamente diverso nelle logiche, nei tempi di avanzamento e nei criteri di valutazione. Capire questi sistemi è utile non solo per chi pratica, ma anche per genitori e curiosi che vogliono orientarsi in un panorama ricco di tradizione e significato. Perché nel Judo si passa attraverso numerosi kyu, mentre nel BJJ le cinture sono poche ma difficili da ottenere? Per quale motivo il Taekwondo prevede esami frequenti e il Karate differenzia scuole e federazioni con metodi a volte molto diversi? E ancora: cosa rappresentano davvero i dan, e perché non equivalgono tra un’arte marziale e l’altra? In questo articolo mettiamo a confronto i principali sistemi di graduazione, spiegando colori, passaggi, tempi medi e filosofia che li sostiene. (CONTINUA DOPO LA FOTO)

Francia contro Giappone a Judo
(Photo by Ryan LIM / AFP) (Photo by RYAN LIM/AFP via Getty Images)

Struttura dei gradi nelle quattro discipline

La struttura dei gradi nelle arti marziali segue logiche comuni (avanzamento progressivo, colori delle cinture, esami tecnici), ma ogni disciplina ha sviluppato un sistema con identità ben precisa. Nel Judo, la suddivisione è molto dettagliata: si parte dai kyu (cinture colorate, dal bianco al marrone) fino ai dan (cinture nere e oltre), con avanzamenti cadenzati da prove tecniche e da un forte peso attribuito alla maturità personale. Il Karate presenta un’organizzazione simile, con kyu colorati e dan, anche se colori e frequenza degli esami possono variare a seconda della scuola o federazione.

Il Taekwondo, invece, utilizza un sistema più lineare ma con più passaggi intermedi: colori vivaci, cinture “mezzate” (ad esempio gialla-verde) e avanzamenti più frequenti, pensati per valorizzare progressi rapidi e ritualità dell’esame. Il sistema più particolare è quello del Brazilian Jiu-Jitsu, che prevede poche cinture (bianca, blu, viola, marrone, nera) ma tempi di avanzamento molto lunghi, spesso pluriennali, e passaggi scanditi dall’esperienza reale sul tatami più che da esami formali.

Colori cintura e requisiti d’esame

I colori delle cinture e i requisiti d’esame variano sensibilmente tra Judo, Karate, Taekwondo e Brazilian Jiu-Jitsu, riflettendo filosofie e ritmi di apprendimento molto diversi. Nel Judo, il percorso va dal bianco al giallo, arancione, verde, blu e marrone, con esami che includono cadute, tecniche di proiezione (nage waza) e controllo a terra (ne waza), prima di accedere ai dan con criteri più severi. Nel Karate, i colori sono simili, ma cambiano a seconda della scuola: gli esami richiedono kihon (tecniche di base), kata (forme) e kumite (combattimento controllato).

Il Taekwondo usa una scala più ricca e codificata: bianco, giallo, verde, blu, rosso e nero, spesso con cinture intermedie “mezzate”. Gli esami includono tecniche di calcio, combinazioni, poomsae (forme) e rotture (kyokpa), con frequenza più elevata. Il Brazilian Jiu-Jitsu, invece, ha solo cinque cinture principali – bianca, blu, viola, marrone e nera – e raramente prevede esami formali: i passaggi dipendono dall’evoluzione tecnica sul tatami, dalla capacità di applicare le tecniche in sparring e dall’esperienza accumulata.

Tempi medi di avanzamento

I tempi di avanzamento nelle arti marziali variano enormemente a seconda della disciplina, dell’età del praticante e della frequenza degli allenamenti, ma ogni sistema ha ritmi caratteristici. Nel Judo, il passaggio tra i kyu è relativamente rapido: con 2–3 allenamenti a settimana, un principiante può arrivare alla cintura marrone in 3–5 anni, mentre l’accesso al primo dan richiede normalmente almeno 5–6 anni di pratica costante. Nel Karate, le tempistiche sono simili ma più flessibili, perché molte federazioni prevedono esami frequenti: la cintura nera si raggiunge in genere tra 4 e 6 anni, a seconda del percorso della scuola.

Il Taekwondo è noto per la progressione più dinamica: grazie agli esami frequenti e a cinture intermedie, uno studente motivato può ottenere la cintura nera in 3–4 anni, anche se i livelli successivi richiedono tempi molto più lunghi. Completamente diverso il caso del Brazilian Jiu-Jitsu, dove l’avanzamento è lento e meritocratico: la cintura blu arriva spesso dopo 2 anni, la viola dopo 4–6, la marrone dopo 6–8 e la nera richiede 8–12 anni di pratica continua.

Match di taekwondo
(Foto di Muhammed Selim Korkutata/Anadolu via Getty Images)

Differenze tra federazioni e scuole

Le differenze tra federazioni e scuole incidono profondamente sul percorso di avanzamento nelle arti marziali, rendendo ogni disciplina un universo complesso e variegato. Nel Karate, ad esempio, esistono decine di stili – Shotokan, Wado-Ryu, Goju-Ryu, Shito-Ryu – ognuno con proprie sequenze di kata, criteri di valutazione e tempistiche di esame. Anche le federazioni internazionali possono richiedere standard diversi, creando discrepanze tra dojo vicini ma appartenenti a organizzazioni differenti. Il Taekwondo presenta la distinzione storica tra ITF e WT (World Taekwondo), che cambia forme (poomsae), regolamenti tecnici e persino alcuni colori delle cinture.

Nel Judo, invece, le differenze sono più legate al contesto nazionale: alcuni Paesi enfatizzano l’agonismo, altri la preparazione tecnica tradizionale, influenzando così il ritmo di avanzamento verso i dan. Il Brazilian Jiu-Jitsu è probabilmente la disciplina con maggiore variabilità: ogni accademia, pur seguendo linee guida comuni IBJJF, applica criteri propri per promozioni e valutazioni, spesso basati su sparring e maturità personale più che su esami formali.

Cinture bambini vs adulti: cosa cambia

Nelle arti marziali, il sistema di cinture per bambini è spesso diverso da quello per adulti, perché risponde a obiettivi educativi e ritmi di apprendimento completamente differenti. I bambini hanno bisogno di progressi più frequenti per mantenere motivazione e continuità, motivo per cui molte discipline introducono cinture intermedie o colori aggiuntivi non presenti nel percorso adulto. Nel Judo, ad esempio, esistono cinture bianche-gialle, gialle-arancioni e altre combinazioni pensate per accompagnare la crescita tecnica dei più piccoli. Nel Taekwondo, i passaggi sono ancora più numerosi, spesso con mezze cinture che permettono di sostenere esami ogni pochi mesi.

Anche nel Karate si utilizzano percorsi graduali con frequenza d’esame più alta, adattati alla capacità dei bambini di apprendere in modo ludico e progressivo. Il Brazilian Jiu-Jitsu ha un sistema distinto per i praticanti sotto i 16 anni, con molte cinture aggiuntive che spariscono nel percorso adulto, dove la progressione è molto più lenta. Un altro aspetto fondamentale è la valutazione: negli adulti conta soprattutto la tecnica, la maturità e, in alcune discipline, la capacità di applicare le tecniche in combattimento; nei bambini, invece, si valorizzano altri fattori come impegno e rispetto delle regole.

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