A 34 anni e con sei titoli mondiali in bacheca Lewis Hamilton definisce “quasi perfetta” la sua annata agonistica che sta per finire e, alla vigilia delle prove libere del Gp del Brasile di domenica, garantisce che non ha alcuna intenzione “di andare in pensione”.
“Di sicuro non mi ritirerò a breve – dice Hamilton in un’intervista al Jornal Nacional -, e mi godo il presente. Comunque è chiaro che sono già in cerca di nuovi titoli. Ad esempio, il settimo vorrei vincerlo già nel 2020, anno in cui ci sarà più competitività fra i team di punta e ciò mi eccita. Gli stimoli non mi mancano, perché la chiave di tutto è che amo ciò che faccio e continuerò finché questo amore durerà. Certo immagino che a 38 o 39 anni anche se continuerò ad amare così le corse forse dovrò smettere in ogni caso, però nella vita è importante anche vivere il presente, quindi non ci penso più di tanto”.
E poi ci sarà il 2021, anno in cui entreranno in vigore le nuove regole che dovrebbero rendere la F1 diversa da quella attuale. “È un anno che aspetto con ansia – rivela il britannico – perché le modifiche sulle vetture in fatto di aerodinamica aumenteranno molto la competitività fra i vari team. E vi dico che realmente spero sia così, e che la F1 vada verso una direzione in cui tutte le vetture siano più simili tra loro di quanto non sia ora, e che quindi si parta sullo stesso piano. L’idea mi piace perché io sono cresciuto così, correndo nei kart. All’inizio io avevo i peggiori ma vincevo lo stesso, poi quando ho avuto i migliori tutti ne avevano uno come il mio e quindi eravamo uguali e nessuno poteva dire niente”.
Ad Hamilton, intanto, continuerà a non mancare un’alta considerazione di se stesso. “Credo che dobbiamo sempre pensare di essere il migliore – dice -, se qualcuno crede di essere il secondo o il terzo, difficilmente vincerà. Sono convinto che ogni pilota di F1 dentro di sé debba pensare di avere l’abilità necessaria per diventare il numero uno, e io cercherò di essere sempre così. Io amo correre e sono competitivo e mi dispiace quando non vinco. Quando ero più giovane, odiavo perdere più di oggi. Adesso detesto il fatto di partire in pole e poi piazzarmi quinto, però mi sta bene partire in griglia con il quinto tempo e finire sul podio. L’importante è fare sempre dei passi avanti, e mai indietro”.
In cosa deve migliorare uno che quest’anno ha conquistato il sesto titolo mondiale vincendo dieci dei 19 gran premi disputati finora? “Quest’anno sono partito appena quattro volte in pole position – risponde Hamilton -. Diciamo che il comportamento in gara è il mio punto forte, e che devo migliorare quelli deboli”.
Ma cosa si sente ad essere sempre al centro dell’attenzione? “vincere è bellissimo – risponde – ma la tua vita è sempre nel mirino degli altri, e ogni errore è diverso da quello di una persona normale. Però ogni mio sbaglio mi ha fatto crescere e reso una persona migliore”.
Una considerazione su due colleghi molto più giovani di lui ma dei quali ha stima: Charles Leclerc e Max Verstappen. “Penso che in futuro potranno essere campioni del mondo – dice – ma devono migliorare molto. Lo faranno perché già guidano in modo fantastico. Ma anch’io quando avevo 21 anni pensavo di sapere tutto, poi dipende da come uno cresce. Loro due sono già così bravi pur essendo ancora così giovani e ora tutto dipende dalle scelte che faranno, da come si gestiranno e comporteranno. Le scelte che faranno dipenderanno anche dalle persone che hanno intorno”.
Infine un avviso ai brasiliani: “sento per la prima volta che il vostro Gp dovrebbe tornare da Interlagos a Rio – dice Hamilton -. Onestamente, credo che ci vogliano tantissimi soldi per rifare un autodromo lì quando invece ne avete uno ottimo e con tanta storia qui. Quindi non è necessario provocare dei danni ambientali in altre aree e penso che questi soldi potrebbero essere spesi per una causa migliore”.