I narcos volevano uccidere Josè Luis Chilavert, portiere del Paraguay, e fu Faustino Asprilla ad impedirlo, salvandogli quindi la vita. Lo ha raccontato, in un documentario a lui dedicato, lo stesso ex attaccante del Parma. Tutto comincia nell’aprile 1997 ad Asuncion, sede di una gara di qualificazioni del Mondiale tra Paraguay e Colombia. Finisce 2-1 per i padroni di casa, ma soprattutto c’è una rissa memorabile tra Chilavert a Asprilla.
Dopo la partita, il colombiano viene invitato a incontrare un narcotrafficante del cartello di Medellin, Julio Cesar Correa Valdes, che è molto irritato per il risultato e furioso con Chilavert. A quel punto, Asprilla si sente proporre di far uccidere il portiere da due killer professionisti lì presenti. “Mi spaventai – è il ricordo del colombiano – e gli dissi che era una pazzia, che non poteva farlo perché sarebbe stata la fine del calcio colombiano. Gli spiegai che ciò che succede sul campo lì deve rimanere”. Alla fine, dopo altre discussioni, “convinsi Valdes a desistere”.